Talento puro Benrahma

15 Ago

Da oltre due anni Said Benrahma stava mandando a fuoco e fiamme la Championship con la maglia del Brentford, eppure fino ad anno scorso nessuno aveva ancora offerto a questo ragazzo algerino classe 1995 quello che poteva essere l’ultimo treno per ottenere un contratto degno del suo talento puro tutto finte, tunnel e dribbling nello stretto. Un calcio di strada quello giocato da Benrahma, forse troppo indisciplinato quando una volta arrivato dall’Algeria si è trovato in poco tempo nel giro della prima squadra del Nizza allenato da Favre. Dopo una serie di prestiti, conoscendo anche la seconda divisione francese, è arrivata la chiamata del Brentford, dove sotto la guida di Frank ha iniziato a unire alla specialità di casa (il dribbling) una maggiore conoscenza dei tempi di gioco , aiutando la squadra a risalire il campo nascondendo il pallone o giocando di prima con i compagni ripulendo la manovra.
Dopo 30 gol e 27 assist in Championship il West Ham anno scorso ha creduto in lui , infilando nelle tasche del Brentford quasi 28 milioni e inserendolo nella rosa di titolari , ricavandone in cambio al primo anno in Premier 7 assist e 1 gol. Quest’anno a giudicare dal debutto (rete e assist contro il Newcastle) possono diventare molti di più , sono pronto a scommettere che a 26 anni l’algerino abbia terminato un lungo apprendistato al calcio europeo e sia in grado di valorizzare il suo talento decisamente fuori dal comune.

La favola Brentford

14 Ago

Il ritorno in Premier League 74 anni dopo, in pratica la prima volta per il 99% dei tifosi ieri al Community Stadium dove la neopromossa si trova subito di fronte una big del calcio inglese, anche se in un profondo momento di transizione come l’Arsenal. E subito i 3 punti con una vittoria che rimarrà nei cuori di uno stadio che si è dimostrato caldissimo, cantando dal primo all’ultimo minuto, e versando lacrime di gioia e di emozione pura al triplice fischio finale. Una bella favola insomma, ma all’interno della quale ricercare anche dei contenuti. La prima porta il nome di Matthew Benham, il proprietario del club, che con una visione pionieristica dell’ utilizzo delle statistiche nel mondo del calcio , anche e soprattutto a supporto dell’area scouting, sta facendo scuola abbinando una visione nuova ai risultati.

Allo stesso tempo il Brentford nel 2016 ha smantellato la sua Academy : troppi i costi per gestire un intero settore giovanile, e pochi i benefici per un club che deve competere nella enormità di club del calcio locale londinese. I soldi risparmiati sono stati investiti potenziando la squadra riserve, che diventa una vera e propria fucina di risorse anche per la prima squadra, grazie a un sistema di scouting simile a quello per la prima squadra parametrato sui giocatori in uscita dalle Academy dei top team europei e considerati dalle statistiche come sottostimati. La ricerche concentrate sui giocatori ignorati dalle altre squadre hanno permesso l’acquisto a basso costo di giocatori divenuti poi fondamentali, come l’ala spagnola Sergi Canos, cresciuto nel Barcellona e scartato dalle giovanili del Liverpool e ieri autore dello storico primo gol del Brentford in Premier League dopo 74 anni di purgatorio, o il francese Neal Maupay, scartato dal Saint-Étienne, comprato per 2 milioni di euro nel 2017 e venduto due anni fa al Brighton per 22 milioni dopo essere stato capocannoniere del campionato.


Giocatori interessanti da seguire in rosa ce ne sono molti , abbiamo detto di Canos, ma anche in attacco Bryan Mbeumo (1999) e Ivan Toney (31 gol in Championship anno scorso) vanno attenzionati. Ci sono poi Ayer, difensore centrale interessante e Noorgard, mediano scartato dalla Fiorentina con troppa fretta un paio di stagioni fa, ora presenza fissa della nazionale danese.
Anche l’allenatore Thomas Frank, eore della promozione, è stato scelto quando era al Brondby in base alle statistiche delle sue squadre. Insomma a Brentford nulla è lasciato al caso, e la matematica la fa da padrona: chissà che in sede non abbiano già chiaro quanti punti servano per una clamorosa ed affascinante salvezza.

Gerard Moreno impressionante

12 Ago

Se ieri avete guardato la finale di Supercoppa molto probabilmente , a prescindere dal risultato finale che ha premiato il Chelsea ai calci di rigore (alzala una coppa Jorginho ogni tanto) , siete rimasti impressionati ancora una volta di più da Gerard Moreno, autore di una partita straordinaria con un bellissimo gol e tante giocate deliziose. E se lo avete fantasticato vestire la maglia del vostro club avete fatto male perché è notizia di qualche giorno fa il suo rinnovo fino al 2027 con il sottomarino giallo di cui è leader tecnico e carismatico dopo ben 30 gol (e 11 assist) in 46 partite disputate la scorsa stagione sotto la guida di Emery. Rinnovo peraltro annunciato dal Villareal in modo simpatico, travestendo di fatto Moreno da mascotte del club, neanche fossimo a una puntata dello show “il cantante mascherato”. In Italia sarebbe il profilo perfetto per tutte le big alla ricerca di una punta abile nel gioco associativo. Mancino di piede, ama prevalentemente muoversi sul lato destro del campo per aiutare la risalita della palla, ripulire il gioco, creare corridoi per i compagni, servire l’ultimo passaggio. Infatti nonostante i tanti gol segnati (specialista anche dei calci di rigore) e una vena realizzativa importate, viene da dire che la finalizzazione non sia l’aspetto migliore, o più importante, del suo gioco.
Insomma Gerard Moreno è un big del calcio europeo a tutti gli effetti, e per il Villareal trattenerlo sarà garanzia di un’altra stagione da protagonista.


Cunha , il colpo da fare

10 Ago

L’Atalanta pare sia vicina ad ingaggiare Matheus Cunha, attaccante brasiliano classe 1999, appena salito sul podio olimpico di Tokyo con una medaglia d’oro al collo, conquistata da protagonista con la la selezione olimpica verde oro. A prescindere da come andrà la trattativa, dato che l’Herta Berlino non è una bottega semplice e non ascolta minimamente offerte inferiori ai 30 milioni, l’interesse dei dirigenti della Dea verso il ragazzo cresciuto nel Coritiba è l’ennesima testimonianza della validità del progetto tecnico bergamasco. Si perché sostituire Ilicic con questo ragazzo ancora giovanissimo, ma già con esperienza internazionale maturata con le maglie di Sion, Lipsia ed Herta si potrebbe rivelare un vero e proprio colpo che fa la differenza.
Si tratta un attaccante che può fungere da seconda punta, da esterno da attacco, all’occorrenza anche da prima punta. Dotato di ottima tecnica e bravo nell’uno contro uno, che gli consente di creare spesso e volentieri la superiorità numerica. Ha nei piedi un buon numero di gol (8 centri in 28 match durante l’ultima “temporada”) ma da questo punto di vista potrebbe ancora migliorare visti i mezzi tecnici e atletici a disposizione. Pur essendo dotato di lunghe leve, è alto 185 centimetri, ha un’ottima rapidità che gli consente di essere pericoloso soprattutto quando si trova nei pressi dell’area avversaria. Non solo, ma nell’ultima stagione è stato impiegato anche da trequartista puro: una duttilità tattica che potrebbe regalare a Gasperini ancora più soluzioni offensive di quante ne avesse con lo sloveno.
L’Atalanta dimostra ancora una volta la sua estrema competenza, arrivando per prima su un ragazzo come Cunha che farebbe comodo praticamente a tutta Europa. Se poi non lo firmerà, continueremo a seguirne l’evoluzione ovunque giocherà.

Che bel giocatore Yusuf Demir

8 Ago

Il Trofeo Gamper è un grande classico del calcio di agosto, un appuntamento che si ripete a ogni estate regalandoci sempre qualche nuova scoperta.
Non lo è, per gli addetti ai lavori, Yusuf Demir : austriaco classe 2003 che ha già debuttato con la nazionale maggiore austriaca dopo aver sgretolato una serie di record tra cui quello di giocatore austriaco più giovane ad aver segnato in una coppa europea.
Cresciuto nelle giovanili del Rapid Vienna, ha scalato tutte le gerarchie fino a diventare protagonista in prima squadra con cui nella stagione appena conclusa ha segnato la bellezza di 9 reti tra tutte le competizioni. Ovviamente erano tanti i club interessati a questo ragazzo, tra cui proprio le due contendenti di questo trofeo Gamper ovvero la Juventus e il Barcellona che l’ha spuntata prendendolo in prestito per 500 mila euro, con un riscatto fissato a 10 milioni.
Trequartista, piede mancino, capace di rivestire tutti i ruoli offensivi , in queste prime uscite con il club blaugrana pare aver conquistato la stima di Koeman che lo impiega spesso e volentieri da mezzala sinistra nel ruolo in cui potrà imparare da un altro giovanissimo come Pedri, titolare del ruolo. Anche in questo Gamper, impiegato da mezzala offensiva, ha dimostrato tantissima personalità, un grande controllo orientato e un’ottima visione di gioco, la stessa che gli è servita dopo pochi minuti per mandare in rete con un assist illuminante Memphis Depay.
Demir grazie alle origini della sua famiglia poteva anche vestire la maglia della Turchia, ma il ct dell’Austria Franco Foda lo ha già fatto esordire nella nazionale maggiore in modo da non correre rischi. E adesso molti in Austria sperano che Demir possa ripercorrere le orme di un altro talento diventato grande a livello europeo come David Alaba. Intanto Demir ha fissato i suoi obiettivi: “Voglio vincere più titoli possibili compresa la Champions League. Fin da quando ero bambino sognavo di vincere il Pallone d’Oro”. 
Sogni che denotano ancora una volta la personalità di questo ragazzo che personalmente reputo uno dei prospetti più interessanti da seguire in questa stagione 2021/2022.


Matias De Federico all’Independiente

1 Gen

Inizia il calciomercato 2011: ad oggi il colpo più interessante è tutto sudamericano. Nel senso che l’Europa dorme e resta a guardare Matias De Federico trasferirsi dal Corinthias all’Independiente senza battere ciglio. Soltanto il Catania, nella persona di Lo Monaco provò due stagioni fa a portare questo driblomane in Italia ma arrendendosi alle richieste dell’ Huracan, sua squadra di formazione.

De Federico, mancino naturale di 170 cm è un giocatore straordinario in tutte le situazioni di 1 contro 1. Brevilineo, fantasioso, supera l’avversario con grande disinvoltura ma ha come limite poca concretezza sotto porta e tante pause. Rimane un classe 1989 ed è inconcepibile non pagare i 4 milioni di euro che basterebbero per portarselo nel vecchio continente.  Primi passi mossi nell’Huracan nel 2007/2008 con 14 gettoni stagionali e tante buone impressioni destate. Nel 2008/2009 ecco le prime reti con 21 presenze e 6 gol in Argentina prima di passare al Corinthias per centrare la difficile impresa per ogni gringo argentino di conquistare il Brasile. 12 presenze, 1 rete e tanti assist nel suo primo assaggio di stagione in Brasile che ripagano discretamente i 3,2 milioni di euro spesi per portarlo nel paese della samba.  Nel 2009/2010 un piccolo calo con un campionato vissuto si da protagonista (20 presenze) ma molto discontinuo come dimostra il suo score che rimane fermo a 1 gol.  Ecco allora il passaggio all’Independiente dove potrà tornare a sentire calore dal tifo della squadra per cui ha sempre battuto il suo cuore da ragazzo. Credo e spero ancora che qualcuno si accorga di questo ragazzo che, tra le altre cose, vanta 1 presenza e 1 rete con la gloriosa e impegnativa maglia della Seleccion Argentina.  Il prezzo è calato ma per portrlo in Europa servono i soliti, modesti, 4 milioni. Sotto a chi tocca.

 

 

GIOVANI IN CHAMPIONS (PARTE 3)

11 Dic

Shaktar Donetsk: La squadra rivelazione di questa prima fase di Champions continua a stupire e si aggiudica il primo posto con 5 vittore complessive in 6 partite. A fare coppia di difesa con Chygrinsky, di ritorno da Barcellona, c’è Yaroslav Rakitsky, jolly difensivo classe 1989 già con 8 presenze e 2 reti nella nazionale ucraina. Rakitsky, è un difensore con uno spiccato vizio per il gol, caratteristica che lo rende interessante sul mercato nonostante il prezzo lieviti già sui 5 milioni di euro.  Lungo l’asse portante dello Shaktar, a centrocampo gioca un alto 1989 nel giro della nazionale maggiore ucraina: il suo nome è Taras Stepanenko ed è stato a lungo il leader della mediana della nazionale Under 21 prima di ricevere la prima gioia con la nazionale A. Stepanenko, arrivato in estate dal Metallurg ha segnato la sua unica rete stagionale proprio in Europa, nello 0-3 rifilato ai serbi del Partizan. Difficile che Lucescu lo schieri titolare anche nella delicatissima sfida di ottavi di finale del prossimo febbraio 2011. Ha incantato negli ultimi Mondiali Under 20, disputati in Egitto, il brasiliano Douglas Costa (1990), jolly offensivo che ama partire largo nel 4-2-3-1 del suo club. Piede sinistro educato,  buona propensione per il gol (4 reti in Superliga, 1 in Champions), Douglas è una delle stelle del club che lo ha pagato 6 milioni di euro nel 2009/2010 portandolo via dal Gremio. Dalla panchina è subentrato un armeno (già 19 presenze e 4 reti nella sua “povera” nazionale) ovvero Henrikh Mkhitaryan, ala/trequartista classe 1989 che ha già segnato 5 reti quest’anno con la maglia del club guidato da Lucescu. Altro giocatore interessante visto in campo nella ripresa è Alex Texeira , brasiliano classe 1990, anch’egli protagonista, come Douglas nella selezione Under 20 verdeoro ( 7 presenze, 3 reti). Esattamente come il compagno di nazionale, Texeira ama giocare sulla trequarti dove può risultare decisivo con giocate di talento e dribbling decisi. Texeira gioca a grandi livelli già dalla stagione 2007/2008 quando con il Vasco Da Gama segnava le sue prime 5 reti da professionista e sono serviti 6 milioni di euro per portarlo in Ucraina.

Braga: La formazione che aveva fatto fuori a sorpresa il Siviglia nei preliminari, mostrando un calcio offensivo e spettacolare ha un pò deluso nel girone, ma ha comunque strappato un terzo posto che vale un’altra esperienza europea.  Si scorge al centro della difesa lusitana un ragazzone di 188 cm classe 1991 che risponde al nome di Anibal, nazionale giovanile rosso/verde a livello di Under 19.  Per lui quest’anno è la seconda presenza assoluta in prima squadra. Oltre al ragazzo, nessun altra pianticella in campo o panchina: un pò pochino!!

Zilina: Era già un miracolo ci fosse, in Champions, una società il cui giocatore più rappresentativo vale 600000 euro. Eppure lo Zilina ha comunque onorato anche l’ultimo impegno, arrendendosi di misura allo Spartak. E i giovani c’erano: in porta il numero 1 della nazionale giovanile slovacca ovvero Martin Dubravka (1989), già titolarissimo anche nel proprio club. Giocava invece nel cuore del campo, da regista avanzato o da mezzala di inserimento, che dir si voglia Bello Babatounde (1989) , nazionale del Benin (4 presenze) , giocatore che si è tolto lo sfizio di segnare una rete all’armata Chelsea in una competizione come la Champions. Ha guardato la partita da posizione privilegiata , ma senza partecipare, Dominik Fotyik (1990), centravanti che si sta affacciando ora alla prima squadra e alla Nazionale U.21 slovacca. E’ invece un 1992 il trequartista della U.19 Michal Skvarka, quest’anno poco inserito nelle rotazioni del Zilina dopo che l’anno scorso , giovanissimo, aveva raccimolato ben 5 presenze nella Cornon Liga slovacca.

Spartak Mosca : Ha giocato largo sulla mancina, ma può adattarsi benissimo anche da terzino destro Evgeni Makeev, classe 1989 con 11 presenze in Under 21 russa. Titolare indiscusso del club (22 pres in campionato, 6 in Champions) come molti laterali russi ha nella corsa e nella spinta costante il proprio punto di forza. Giocatore interessante, da seguire e non mi stupirei di saperlo titolare indiscusso nella nazionale A tra qualche anno.  Il secondo e ultimo titolare della sfida allo Zilina (ma la starting 11 era intrisa di ’87 e ’88 interessanti come i 2 Kombarov e il centralone difensivo ceco Suchy) è il baby Aleksandr Kozlov,  attaccante classe 1993 e vero e proprio cracque del panorama calcistico mondiale. Kozlov, under 19 russo da 2 reti in 2 presenze (prima ne aveva siglate 20 in 18 presenze con la Under 17!!!!!!) è un attaccante rapido e dal fiuto del gol pazzesco , nonostante non sia riuscito ancora ad andare a segno nelle 14 presenze stagionali con il suo club. Portarlo via ai ricchi magnati russi sarebbe un impresa, ma la giovane età del ragazzo suggerisce un piccolo” grande ” sforzo: facciamoci sotto! E’ invece un fantasista dal fisico “alla Kakà”  il croato Under 21 Filip Ozobic (1991) , cresciuto nella Dinamo Zagabria che quest’anno dopo un lungo peregrinare in prestito in squadre croate ha finalmente assaporato la prima squadra con una presenza nel campionato russo e una in Champions, proprio in occasione del secondo tempo contro lo Zilina. Non ha giocato, ma è molto discusso dai talent scout il georgiano Jano Ananidze, altro centrocampista avanzato dai piedi vellutati e ancora giovanissimo (classe 1992). Nonostante i soli 18 anni Ananidze è già un nazionale A e ha già segnato 1 rete in 8 presenze con la Georgia, e ha anche già conquistato lo Spartak che lo ha lanciato da titolare in diverse occasioni raccogliendo cifre che parlano di 25 presenze e 2 reti ufficiali in stagione.  Ecco un altro spunto per le italiane, con 2 milioni anche una squadra di seconda fascia potrebbe tentare il “colpaccio”.

GIOVANI IN CHAMPIONS (PARTE 2)

10 Dic

CFR Cluj: Il più giovane tra gli starting 11 è il bomber di giornata (esploso poi in gesti censurabili contro il proprio pubblico) Lacina Traorè (1990). Traorè, che ha segnato in extremis la rete del pareggio è un centravanti di 2m e 03 cm (!!!!!!!!) dalla doppia nazionalità di Costa d’Avorio e Burkina Faso. Mancino puro, ovviamente forte nel gioco aereo, Traorè ha segnato la prima rete in Champions, mentre aveva già segnato due euro-reti in Europa League durante la scorsa stagione. Nella liga romena va a segno con discreta regolarità (7 reti in 13 presenze) e il Napoli lo sta seguendo con attenzione.  Oltre Traorè, il nulla.

Roma: il nulla più assoluto, nemmeno in panchina! C’è da riflettere. Chi dopo Totti, De Rossi, Aquilani, Bovo, Cerci?

Olympique Marseille: Che bella partita giocata dal redivivo OM pur contro un Chelsea già certo del primo posto: titolare sulla corsia destra di difesa c’era il giovanissimo e interessante Charles Kaborè, purtroppo fuori età per il nostro articolo essendo classe 88. La gioventù la troviamo in panchina dove siedono i 2 Ayew, entrambi subentrati. Il più giovane, Jordan Ayew (1991) è un jolly offensivo dalla doppia nazionalità (ghanese-francese) pur essendo nato proprio a Marsiglia, e ha già debuttato con la maglia della nazionale africana. 10 presenze in stagione con l’OM, ancora non si è sbloccato.  Andrè Ayew (1989) è nato a Seclin ma anche lui ha scelto la nazionalità ghanese con la cui nazionale ha già giocato 20 volte, andando a segno in un’occasione.  Mancino puro, ama giocare da ala o da seconda punta e quest’anno sta giocando tantissimo con la maglia del proprio club, in Ligue 1 ad esempio sono 4 le reti in 14 presenze.

Chelsea: Ancelotti, in crisi di risultati ma già qualificato al primo posto del girone non ci pensa due volte e affida la regia del proprio centrocampo a Josh McEachran, metodista classe 1993, già nel giro della nazionale Under 21 britannica (1 presenza). McEachran, che può giocare anche come mezzala sinistra è il nuovo gioiello del settore giovanile dei Blues e vale già più di 2 milioni di euro. Curioso scoprire che Josh quest’anno ha preso parte a tutte le 6 partite di Champions, con le ultime due giocate da titolare. In Premier sono invece 4 i gettoni collezionati sinora, tutte statistiche che la dicono lunga sul valore del ragazzo nato a Oxford e sulla fiducia che Carletto ripone in lui. In panchina è la sagra delle “pianticelle”: è entrato nella ripresa Jeffrey Bruma , difensore centrale olandese classe 1991, già con una storica presenza in campo con la nazionale orange che colpisce per la struttura fisica imponente che non gli vieta però di poter giocare, e bene, anche sulle corsie di difesa.  Connazionale di Bruma, e anch’egli impegnato nella ripresa del match è Patrick Van Aanholt (1990), terzino sinistro titolare della Under 21 olandese. Per lui quest’anno anche la soddisfazione di un gol e un assist nella partita di League Cup contro il Newcastle finita con la rocambolesca vittoria dei Magpies (3-4).  Nel Newcastle il ragazzo ha disputato metà della stagione scorsa vissuta in prestito prima al Coventry City e poi appunto al Newcastle per un totale di 27 presenze complessive nel suo anno in Championship. E’ormai una realtà Daniel Sturridge, seconda punta classe 1989, strappata due anni or sono al Manchester City. L’attaccante dell’Under 21 inglese è stato pagato 5,8 milioni di euro e sotto la guida di Ancelotti ha trovato continuità di rendimento e diverse reti ( 4 in FA Cup, 2 in Champions, 1 in Premier). Sono rimasti a guardare il talentuosissimo centrocampista offensivo Gael Kakuta (1991), pilastro delle nazionali giovanili transalpine, già visto nelle 5 precedenti partite europee e il nostro Jacopo Sala , trequartista scuola Atalanta protagonista nella Under 19 azzurra. Per Jacopo, classe 1991, purtroppo ritarda ancora il momento dell’atteso debutto nei Blues.

Real Madrid: Anche il Real di Mourinho aveva poco da chiedere a questa partita e così spazio a Benzema (’87) che si è portato a casa il pallone con una tripletta.  Dalla panchina ha fatto capolino, per sostituire CR9, Pablo Sarabia (1992), mezzala sinistra mancina con 5 reti in 5 presenze all’attivo nella Under 19 delle furie rosse. Il giocatore che disputa il campionato con il Real Madrid Castilla è all’esordio assoluto con le Merengues e di lui si parla benissimo. In panchina, spettatore, c’era anche un altra bocca di fuoco della selezione Under 19 spagnola ovvero Alvaro Morata (1992), centravanti da 4 reti in 4 partite con la U.19.

Auxerre:  Il protagonista della nostra rubrica lo troviamo seduto in panchina: ecco Maxime Bourgeois (1991) , centravanti della nazionale Under 20 transalpina,  con 8 presenze all’attivo in prima squadra nelle ultime due stagioni.  C’è da dire, a onor del vero,  che sono diversi i giocatori classe 87 e 88 impegnati nella squadra francese che saluta la competizione europea.

 

 

GIOVANI IN CHAMPIONS (PARTE 1)

9 Dic

L’ultima giornata a gironi di Champions: vediamo squadra per squadra quali sono i giovani che si sono messi in mostra.

Milan: bella occasione sprecata da Allegri per dimostrare che anche il Milan crede nel proprio settore giovanile, nessun giovane tra i primi 11 nonostante il secondo posto nel girone già al sicuro, soltanto una manciata di minuti (14) per Alexander Merkel, kazako di crescita (e nazionalità) tedesca classe 1992. Per il giovane centrocampista offensivo che gioca con la rappresentativa tedesca Under 19 è l’esordio in Champions League mentre ancora Leonardo e Allegri non lo hanno mai ritenuto degno di esordire in Serie A: mah?  In panchina ma non utilizzato Strasser , energico mediano nato in Sierra Leone nel 1990.

Ajax:  Ci ha pensato Toby Alderwield difensore centrale belga classe 1989 a mettere a sicuro il risultato segnando un gran gol da fuori area. Il difensore, già 6 presenze con la sua nazionale, ha già segnato 2 reti con quella di San Siro in questa edizione di Champions League.  Splendida notizia per gli amanti dei giocatori giovani vedere affidare le chiavi del centrocampo dei lancieri nel tempio sacro del Meazza a un classe 1992: tale Christian Eriksen che ha già all’attivo 6 presenze nella nazionale maggiore danese e la partecipazione al mondiale di Sudafrica 2010. Il ragazzo, a mio parere mediaticamente sottovalutatissimo, si è conquistato un posto da titolare ( 11 presenze e 1 gol in Eredivisie e 4 gettoni in Champions) nell’Ajax a suon di prestazioni convincenti sia in cabina di regia che qualche metro più avanti, a supporto delle punte. Davanti a Eriksen, da centravanti nascosto, ha giocato titolare Siem De Jong, olandese di origini elvetiche nato nel 1989, cresciuto nella “cantera” biancorossa e già con una presenza all’attivo nella nazionale orange vice-campione del mondo. Quest’anno per lui, 3 reti in Eredivisie e una nei preliminari di Champions. In panchina , ma non utilizzato, l’ex baby fenomeno Vurnon Anita (1989), vero e proprio jolly che ama giocare esterno, che ultimamente sembra aver ritrovato il passo giusto per tornare in copertina (quest’anno ha già siglato 4 reti in 14 presenze in campionato) oltre che aver ritrovato la nazionale in occasione dell’amichevole pareggiata con l’Ucraina.

Arsenal: Per la squadra di Wenger la partita contava, eccome, e così Wenger si è affidato ai soliti noti che comunque rimangono tutti giocatori giovanissimi. Analizziamo chi in campo o tra i 18 è perlomento classe 1989, se non più giovane. Ecco che sulla fascia mancina, a partire in linea con i difensori, c’è l’inglese Kieran Gibbs (1989), quest’anno sostituto naturale di Clichy. Gibbs, che ha già debuttato con la nazionale di Capello, quest’anno è stato utilizzato 8 volte considerando le 3 competizioni ufficiali finora disputate dai Gunners.  Tre/quarti del centrocampo (Denilson, Song e Nasri) sfiora la citazione nel nostro articolo, non finendoci dato che si tratta di 3 giocatori nati rispettivamente nel 1988, 1987 e 1987.  Dalla panchina è salito Theo Walcott (1989), ormai arcinoto a tutti gli appassionati di football e salito ieri al 7° gol della sua breve carriera in Champions League. Sono invece rimasti a guardare altri 3 giovanissimi quali il portiere di riserva Sczesny, polacco classe 1990, quest’anno titolare in Coppa di Lega oltre che nella nazionale polacca Under 20, il centrocampista Jack Wilshere, classe 1992 e già nel giro della nazionale inglese (1 presenza) e il centravanti Carlos Vela (1989) ormai un veterano del palcoscenico internazionale con le sue 9 reti in 33 presenze con la prestigiosa casacca verde della nazionale messicana.

Partizan: Se ne torna in Serbia con 0 punti in questa edizione disastrosa di Champions il Partizan che fu di Jovetic e Ljajic.  Sono comunque tanti i gioiellini messi in mostra in questa kermesse dalla squadra di Belgrado: ieri in campo da terzino destro c’era, ad esempio, Stefan Savic ( 1991, di solito utilizzato da difensore centrale) , nazionale montenegrino acquistato quest’anno dal BSK Borca. In difesa hanno giocato anche i 2 classe 1988 ( e quindi già “vecchi” per questa rubrica) Jovanovic e Lazevski. E’ nato invece nel 1989 il gigante (193 cm) serbo Radosav Petrovic, mediano con 11 presenze all’attivo nella Serbia e già 7 reti (in sole 13 presenze) nella Superliga serba.  Valore di mercato attorno ai 4 milioni di euro, ha mercato soprattutto in Italia dove potrebbe fare anche meglio dello sloveno Bacinovic, giocatore del Palermo a cui assomiglia molto come caratteristiche e posizione in campo. Dalla panchina è subentrato il giovanissimo Darko Brasanac (1992), mediano di professione, nel giro della Serbia Under 19, all’esordio assoluto in Champions dopo aver giocato 2 volte in Superliga. Non convocati Scepovic, attaccante classe 1991 con un fugace passaggio (con tanto di esordio da titolare) nella Samp 2009/2010 e il baby fenomeno Nastasic (1993) che ormai sembra già certo di arrivare a Firenze a giugno per ringiovanire la difesa viola.

Bayern Monaco: In porta Kraft (’88), difensore centrale Breno (1989) che quest’anno è ritornato alla casa base dopo il prestito al Norimberga vissuto nella scorsa stagione. Con 5 milioni di euro ci si porta a casa un difensore centrale roccioso che ha come limite (grave) i cali di concentrazione, difetto comune nella giovane età e quindi correggibile. Sulla corsia mancina, spazio a Diego Contento (1990), italo tedesco che al momento viene convocato dalla nazionale tedesca Under 21 e che quest’anno ha trovato una certa continuità di utlizzo (6 gettoni in Bundes, 3 in Champions). Ieri un assist per lui in occasione della rete di Ribery. C’è da leccarsi i baffi, invece, quando si parla di un altro 1990 che però vanta già 13 presenze con la nazionale tedesca, terza agli ultimi mondiali: stiamo parlando di Toni Kroos, vero e proprio gioiello del calcio tedesco che può giocare regista ma anche trequartista così come ha fatto, con profitto, la scorsa stagione passata in prestito al Bayer Leverkusen ( 9 reti in 33 presenze). Un altro campione affermato è Thomas Muller (1989), mattatore assoluto agli ultimi mondiali sufafricani con la nazionale tedesca. L’attaccante bavarese quest’anno è partito con il freno a mano tirato e ad oggi ha all’attivo 6 reti stagionali (2 in Champions). In panchina, ma non utilizzato, c’era quel David Alaba (1992) che in Champions aveva debuttato già l’anno scorso nella discussa partita di Firenze. Austriaco “colored” ,Alaba è un esterno di centrocampo, sinistro naturale, che a livello internazionale ha bruciato i tempi avendo già 5 presenze all’attivo nella nazionale A austriaca.

Basilea: Anche i “cugini” svizzeri per cui fa il tifo re Roger Federer dimostrano maggiore sensibilità ai giovani rispetto a Milan e Roma. Infatti ieri, come sempre, il titolare della fascia destra difensiva era Samuel Inkoom (1989) , giocatore di livello come dimostrano le sue 18 presenze in una nazionale di qualità come quella ghanese. Inkoom vanta una rete in Champions, quella segnata alla Roma di Ranieri nel clamoroso 1-3 dell’Olimpico.  Il secondo giovane titolare del Basilea ha giocato esattamente davanti a Inkoom, da ala destra pura nel 4-4-2 elvetico: il suo nome è Xherdan Shaqiri e nonostante il mome complesso è un giocatore di prospetto assicurato. Classe 1991, kosovaro che ha scelto la multi-etnica nazionale svizzera (già 9 presenze e 1 rete), Shaqiri ha la grande qualità di saper calciare bene con entrambi i piedi, duttilità che lo rende utilizzabile in entrambe le corsie: quest’anno per lui già 4 reti all’attivo distribuite in tutte le competizioni (anche lui ha segnato alla Roma, ma al ritorno). Ci vogliono almeno 6 milioni per portarlo in Serie A, io non ci penserei due volte.  Anche Vladimir Stocker (1989) ha già segnato con la nazionale elvetica ( 3 reti in 7 gettoni) ed è un ala pura di altissimo valore tecnico. Stocker, dotato anche di un fisico nervoso e reattivo, segna con discreta regolarità in tutte le competizioni in cui gioca e sinora sono 8 i gol in stagione. Giovani a cascata anche in panchina: sono entrati nella ripresa Fwayo Tembo (1989), esterno destro nazionale dello Zambia, che si è ben integrato in Svizzera e nel calcio europeo a cui è approdato in estate e Granit Xhaka (1992) altro kosovaro/elvetico di buone speranze e nazionale giovanile svizzero. Per il giovane trequartista del Basilea questa era già la decima presenza ufficiale (1 rete) con la prima squadra. Non utilizzato Pascal Schurpf (1989) in forza alla Under 21 svizzera.

 

 

NATALINO E ALIBEC: a voi l’Olimpico

4 Dic

Il Calcio Italiano dà segni di risvegli in termini di coraggio nel lanciare piccole “pianticelle”. Dopo la settimana di Camporese, Carraro e Babacar in mostra tra campionato e Coppa Italia con la maglia viola, era annunciata da tempo la presenza in campo nell’anticipo Lazio-Inter del difensore Felice Natalino (1992), giovane promessa del vivaio nerazzurro. Un atto di coraggio da parte di Benitez che, falcidiato dalle assenze, ha deciso di lanciare Natalino titolare sulla corsia destra di difesa preferendolo a un altro giovane ben più navigato come Santon.

FELICE NATALINO:  Nato a Lamezia Terme da una famiglia di sportivi, muove i primi passi nelle giovanili della Sambiase dove si mette in luce conquistandosi una chiamata nel settore giovanile del Crotone. Da subito nel giro delle nazionali giovanili minore arriva il grande salto con la chiamata (congiunta) di Inter e Genoa nel 2008.  Il biglietto da visita di Felice è la cifra sborsata dalle società per portare il ragazzo al Nord da Crotone: 1 milione e 200.000 euro. Impegnato da subito nella primavera nerazzura di Pea si è alternato tra il ruolo di centrale difensivo e di terzino destro. Effettivamente è ancora presto per scegliere per lui quale sia il ruolo più idoneo dato che la struttura fisica è da centrale difensivo ma il trattamento di palla è da centrocampista aggiunto. In Primavera fa parte di una difesa di giovani interessantissimi assieme a Biraghi, Benedetti e Faraoni.  Colonna importante delle nazionali giovanili, dopo 19 presenze in Under 17 e una manciata tra Under 18 e Under 19 ha ricevuto la prima speciale chiamata nella Under 21 in agosto 2010, senza ancora esordire. Esordio arrivato invece in Serie A nel secondo tempo contro il Parma e prontamente bissato all’Olimpico di Roma, da titolare nella rovinosa sconfitta contro la Lazio. E’ troppo presto per giudicare il giocatore, a me è parso imbarazzato in campo, frastornato da Zarate ( e questo ci sta), ma anche troppo frettoloso nella gestione della palla (e dire che ha piedi educatissimi) e troppo poco convinto nell’appoggiare l’azione offensiva dettata da Stankovic e Cambiasso. Partita negativa dunque, da 5 secco in pagella, ma sarebbe da pazzi farlo fuori proprio ora, occorre rivederlo in altri contesti come potrebbe essere una Coppa Italia giocata sempre da titolare.

DENIS ALIBEC: Nella notte che non è stata di Felice Natalino ( o almeno lo è stata solo a metà) ecco che spunta Denis Alibec, ennesima scommessa della pur breve carriera italiana del “Pingue” Benitez. Classe 1991, rumeno nativo di Mangalia, il suo destino era quello di incrociare il tecnico spagnolo che già ai tempi del Liverpool seguiva le sue gesta nella massima divisione romena con la maglia del Farul Costanza. Esperienza da 18 presenze e 2 reti in una sola stagione che ha catalizzato l’interesse di molti osservatori tra i quali quel Pierluigi Casiraghi (solo omonimo dell’ex centravanti di Lazio, Juventus e Chelsea) che lo ha portato all’Inter con un contratto fino al 2013 e 500000 euro versti nelle casse della società rumena.  Alibec, prodotto del settore giovanile dello Steaua, è un attaccante ben strutturato fisicamente ma che fa del talento e delle accellerazioni palla al piede il proprio punto di forza. Seconda punta naturale, in Primavera ha segnato reti a raffica anche da centravanti-boa. Il talento di Denis si è palesato al mondo l’anno scorso nell’antipasto di Madrid quando le formazioni Primavera di Inter e Bayern si sono sfidate in un esibizione: doppietta di Alibec e vittoria all’Inter. Quest’anno l’attaccante romeno (già 2 presenze in Under 21) è entrato seriamente nel giro della prima squadra e ha sfruttato le assenze per mettersi in mostra prima contro il Chievo e , non ultimo, ieri contro la Lazio. A me è piaciuto molto nonostante fosse una serataccia per l’attacco interista: con lui in campo, curiosamente, i nerazzurri si sono affacciati nell’area di rigore avversaria e Alibec pur perdendo molti palloni ha messo in mostra la sua grande rapidità palla al piede e la sua ricerca continua dell’ 1 contro 1. Ancora non ha mai segnato con la prima squadra (ma ne ha fatti già 6 in Primavera) ma è sulla buona strada, bravo Denis e bravo Rafa a lanciarlo.